La galleria è stata costruita fra il 1887 e il 1890 ed è dedicata come dice il suo nome a Umberto I d’Italia come omaggio al Re in ricordo della sua presenza nel 1884 durante l’epidemia di colera. La zona su cui sorge la galleria era già intensamente urbanizzata ed era caratterizzata da un groviglio di strade parallele raccordate da brevi vicoli, Questi vicoli godevano di cattiva fama in quanto vi si trovavano le taverne, case di malaffare e vi si consumavano delitti di ogni genere.  Nel 1880  il degrado del luogo toccò punte estreme: nei vicoli si ergevano edifici a sei piani, la situazione igienica era pessima e non fa meraviglia che in questa area si fossero verificate altre epidemie di colera. Sotto la spinta dell’opinione pubblica,  si cominciò a considerare un intervento governativo. Nel 1885 fu approvata la legge per il risanamento della città di Napoli. Furono presentate varie proposte, il progetto che risultò vincente fu quello dell’ingegner Emanuele Rocco. Tale progetto prevedeva una galleria a quattro braccia che si intersecavano in una crociera ottagonale coperta da una cupola. Nel giro di tre anni, precisamente il 19 novembre 1890 la nuova galleria veniva inaugurata. L’ingresso principale, che si apre su via San Carlo, è costituito da una facciata ad esedra, che in basso presenta un porticato, retto da colonne di travertino e due archi ciechi. Seguono un ordine di finestre a serliana, separate da coppie di lesene dal capitello composito, ed un secondo piano con finestre a bifora e lesene simili alle precedenti. L’attico presenta coppie di finestre quadrate. L’arco di destra mostra, sulle colonne, le quattro stagioni,  che rappresentano lo svolgersi del tempo a cui sono legate le attività umane. L’arco di sinistra mostra, sulle colonne, i quattro continenti l’Europa, l’Asia, l’Africa e l’America. Nelle nicchie invece sono rappresentati, la Fisica e la Chimica. Sul fastigio, sdraiati, il Telegrafo, a destra, e il Vapore, a sinistra che affiancano la figura dell’Abbondanza. Si presenta dunque un’immagine positiva della scienza e del progresso capaci di unificare le diverse parti del mondo. Nel soffitto del porticato si notano una serie di tondi con divinità classiche.                            

Gli dei raffigurati sono DianaCronoVenereGioveMercurio e Giunone. 

L’interno della galleria è costituito da due strade che si incrociano, coperte da una struttura in ferro e vetro. Le delimitano alcuni palazzi, quattro dei quali con accesso dall’ottagono centrale. Le loro facciate rispecchiano quella principale. La volta in vetro e ferro, si armonizza perfettamente con la struttura in muratura: a ciò contribuisce lo stretto rapporto fra le strutture portanti in muratura e quelle in ferro. Negli otto pennacchi della cupola otto figure femminili in rame sostengono altrettanti lampadari. Gli ampi ventagli posti nelle testate dei bracci recano complesse scene in stucco, tutte in relazione con la musica. Sulla cupola, decorato con finestre a semicerchio, è visibile la Stella di Davide  riproposta in tutte e quattro le finestre. La ragione della sua presenza è dovuta al fatto che la Galleria Umberto I è la sede storica della massoneria napoletana, in particolare della loggia massonica Grande Oriente d’Italia. La stella di David in questo caso rappresenta il simbolo della massoneria. Nel pavimento sotto la cupola si trovano mosaici con venti e segni dello zodiaco firmati realizzati nel 1952 a sostituzione degli originali danneggiati dal calpestio e dalla guerra. I bombardamenti provocarono la distruzione di tutte le coperture in vetro. Presso gli ingressi busti e lapidi commemorano luoghi scomparsi e coloro che parteciparono alla realizzazione dell’opera. Progettata anche con l’intento di essere essa stessa un’opera monumenta la galleria Umberto I, sin dalla sua costruzione, divenne immediatamente un fondamentale polo commerciale della città di Napoli, grazie anche all’ubicazione che la vede circondata dalle strade dello struscio. Anche per la sua vicinanza a importanti luoghi della cultura e della politica, la Galleria ben presto divenne anche centro mondano della città, a tal punto da essere scelta nel 1896 come sede della prima sala cinematografica della città, nonché una delle prime in Italia. Questa ha ospitato per oltre 50 anni gli sciuscià i lustrascarpe della città. Farsi lustrare le scarpe all’interno della galleria, era una usanza consentita agli uomini chic della città di Napoli. Oggi questo “rito” è scomparso. All’interno della galleria ci sono gli ingressi di quattro stabili, strutturati su cinque piani, di cui i primi due sono utilizzati quasi unicamente per le attività commerciali presenti in Galleria, mentre gli ultimi tre piani sono destinati ad uffici, qualche abitazione privata e ad alberghi. L’interno degli edifici ha recentemente subito un intervento di restauro che ha riportato all’aspetto originario le molte sculture decorative, gli imponenti busti e le caratteristiche decorazioni  liberty.