Ciao a tutti oggi conosciamo le origini di Viterbo.

L’origine di questo territorio si perde nella notte dei tempi. Le fantasiose teorie quattrocentesche dell’erudito frate Annio  hanno supposto che sorgesse qui un insediamento etrusco. Dopo la conquista romana vi fu costituito un insediamento militare, chiamato Castrum Herculis per la presenza nella zona di un tempio che si riteneva dedicato ad Ercole da cui deriva il leone simbolo di Viterbo. Nei pressi di Viterbo passava la via Cassia. Nel medioevo, con la sua ascesa politica, la strada passerà dentro la città. Nell’ Alto Medio fu edificata una fortificazione longobarda posta al confine tra i possedimenti nella Tuscia e il ducato bizantino di Roma. L’incremento demografico contribuì alla nascita di nuclei abitativi fuori dal castrum attorno al 1090, a un primo tratto di mura; nel 1099 la scelta dei primi consoli sancì il passaggio a istituzioni comunali. Nel 1300,  periodo in cui Viterbo, libero comune, si assicurò il possesso di numerosi castelli: in tal senso la protezione d Federico Barbarossa, il suo riconoscimento del comune viterbese, conferì legittimità alla sua politica di espansione. Ulteriore elemento che accrebbe il prestigio e l’importanza politica di Viterbo, fu la sua elevazione a cattedra vescovile nel 1192 ai danni di Tuscania  la cui precedente predominanza nella Tuscia romana venne così meno.
Nel XII secolo la città fu finalmente inserita nell’orbita papale ed iniziò in tal modo un periodo di grande splendore, soprattutto con il disegno di papa Innocenzo III, che tentò di costituire uno stato territoriale. Viterbo nel 1207 ospitò il Parlamento degli stati della Chiesa. Tuttavia, per la presenza nella città di importanti famiglie insofferenti del predominio papale, venne invocata la protezione di Federico II: si aprì così, fino al 1250, un periodo di lotte interne tra guelfi  e ghibellini con un’iniziale prevalenza di questi ultimi. Si inserì in questo contesto di aspre lotte civili e religiose la vita della più illustre figlia della città,  Santa Rosa, che visse tra il 1233 e il 1251. Si ricordano non solo suoi miracoli ma anche, benché fosse giovanissima morendo ad appena 18 anni, la sua coraggiosa predicazione contro gli eretici e i ghibellini, che animò i viterbesi a resistere contro l’assalto dell’esercito di Federico II. Negli stessi anni la città vide le iniziative politiche e militari del cardinale viterbese Raniero Capocci, storico ed acerrimo nemico dell’imperatore.