Ciao a tutti,

Oggi vi vorrei raccontare una storia costernata di successi proprio come la Piaggio ci ha abituati. Ma prima di fare ciò  vorrei contestualizzare il periodo storico correva l’anno 1948. Nello stesso periodo l’economia Italiana si rimetteva faticosamente in moto come il commercio e le attività artigiane. In questi anni nasceva il disco a 33 giri e il reddito pro-capite annuo degli Italiani era 139.152 lire. 

Da una costola della Vespa nasceva l’Ape Piaggio.  Enrico Piaggio e Corradino D’Ascanio ebbero l’intuizione di costruire un Moto furgoncino. Un mezzo moderno con costo di acquisto e consumi contenuti alla portata di qualsiasi azienda ma concepita come un mezzo solido e razionale dal punto di vista sia funzionale che costruttivo.

La prima apparizione è avvenuta il 23 Novembre 1946 all’esposizione del ciclo e motociclo di Milano. La sua strettissima parentela con la Vespa è evidente L’Ape A aveva lo scudo come una Vespa al cui e stato abbinato una cassone, il motore si trovava sotto la sella. Il primo Ape aveva tre ruote un motore 125 cc con un cambio a bacchetta di quattro marce senza retromarcia, poteva trasportare 200 kg.

Il mezzo fu subito apprezzato dai piccoli commercianti perché riusciva ad accelerare il ritmo per cui anche le vendite. E fu cosi che velocemente iniziarono a riempirsi le strade Italiane portando nel cassone la scritta dell’azienda. 

Nell’estate del 1952 la cilindrata passò da 125 cc a 150 cc. Venne realizzato il pianale di acciaio questo modello si chiamava Ape C e poteva caricare fino a 350 kg.

Nel 1958 uscì un nuovo modello Ape D che darà l’inizio alla sua evoluzione che arriverà ai tempi nostri con cilindrata da 170 cc. Ha dimensioni più grandi e con esso anche la cabina fu completata di porte e il proiettore anteriore fu montato sullo scudo anziché sul parafango.

Nel 1961 venne lanciato un modello a 5 ruote con 700 kg di portata sviluppato in copia dei più grandi autoarticolati e fu chiamato Pentarò 

Nel 1966 arrivo l’Ape MP con una cabina più confortevole per l’autista che il passeggero il motore a due tempi 190 cc. La trasmissione non più a catena ma diretta nelle ruote posteriori e nel 1968 debuttò il volante offerto come opzione al classico manubrio. 

Nel 1971 nacque l’Ape Car con un design estremamente moderno per l’epoca con un nuovo motore da 220 cc una più grande e confortevole cabina e con volante di serie. Questo mezzo ebbe un enorme successo dato che il successivo restyling arrivò dopo 10 anni nel 1982 da un disegno di Giorgetto Giugiaro Questo nuovo modello si distingueva dalla sigla TM, nuove le sospensioni, ruote da 12 pollici un mezzo molto robusto .

Nel 1984 arrivarono nuove motorizzazioni e cosi nacque il primo Ape con motore a gasolio dal nome Ape Car Diesel con cilindrata da 422 cc e cambio a 5 marce. Questo fu un motore rivoluzionario difatti era il più piccolo Diesel a iniezione diretta al mondo.

Nel 1986 il record di portata con la versione max che trasportava fino a 9 quintali di merce.

Negli anni 50 non scordiamoci della nascita dell’Ape Calessino ovvero un mezzo che nel cassone è stato inserito un comodo divanetto protetto da una cappotte a soffietto. I divi di Hollywood amavano farsi fotografare mentre si spostavano con questi curiosi mezzi a tre ruote .

Il successo di questo mezzo è stato negli anni più volte riproposto con particolari sempre più eleganti con inserti in legno, cromature e preziose tappezzerie. In Asia questo mezzo è conosciuto col nome di Tuk Tuk un mezzo originale e unico nel suo genere che ha dato una nuova interpretazione del trasporto urbano ancor oggi utilizzato. 

Nel 2017 sono state vendute circa 200.000 Ape confermando la leadership nel segmento trasporto merci (cargo) del mercato indiano con una quota del 48,8%.

Questo mezzo nel corso degli anni lo possiamo trovare in varie vesti e utilizzi alcuni più bizzarri altri più classici ma considerando le quote di mercato che tuttora si piazza possiamo dire senza alcun dubbio che ha contribuito a dare lustro al made in Italy.