Ciao a tutti oggi visitiamo un antico borgo alle pendici del Pratomagno: Raggiolo. Questo paese ha origini antiche e una storia molto intrigata. Il panorama che lo circonda è un ambiente collinare terreni agricoli che si presentano con una grande varietà di colore durante il mutare delle stagioni. Le sue origini si perdono nel tempo addirittura nel periodo longobardo. Nel 967 l’imperatore Ottone I di Germania concesse questo luogo in feudo a Goffredo di Ildebrando che vi costruì un maniero. La storia più intrigata del borgo inizia quando il castello passò di proprietà ai Conti Guidi. Il Conte Guidi Novello II fece costruire un castello molto ben armato e fortificato. La vittoria fiorentina nella Battaglia di Campaldino avvenuta nel 1289 aveva lasciato alcune conseguenze e la forza politica militare di Firenze  acquistava più forza. Nella metà del XIV secolo il castello si sottomise a Firenze, insieme ai castelli di Ortignano, Civitella e Uzzano formarono la “Valle Fiorentina”. Si creò così un periodo molto travagliato perché se da una parte i luoghi del casentino accettavano la protezione di Firenze, dall’altra cercavano la loro autonomia. Questo provocò conflitti fra gli abitanti del borgo . Per cambiare questa situazione nel 1440 Niccolò Piccinino capitano di ventura al servizio dei Visconti di Milano per fare danno a Firenze incendiò e distrusse completamente il castello di Raggiolo. Il paese rinacque ma il castello non fu più ricostruito. Il. Borgo è pieno o di vicoli che s’inerpicano sul monte, le case poggiano direttamente sulla roccia. Del castello restano poche testimonianze infatti si possono vedere sulla facciata della chiesa costruita sui resti del palazzo dei Conti Guidi Novello. Dopo il conflitto mondiale il paese è rinato grazie alle sue risorse dell’ambiente naturale. Il legname dei boschi, le castagne, la farina che se ne ricava, la pastorizia e i suoi prodotti che ne derivano. I vicoli del borgo sono perfettamente lastricatile case ristrutturate. Con la bella stagione i fiori alle finestre lo rendono allegro e colorato. Dal paese si può osservare un bellissimo panorama del fondovalle casentinese, incorniciato dai monti che lo circondano. La chiesa di Raggiolo dedicata a San Michele Arcangelo testimonia sulla facciata il suo passato medioevale, al suo interno sono conservate pregevoli opere d’arte. La piazza principale è talmente stretta fra le case che assomiglia ad una via. Al centro del paese sotto il resto delle ultime mura si può vedere la fonte del castello da cui prende origine il paese cresciuto intorno alla piante della fortezza. Sul borgo di Raggiolo si racconta un divertente aneddoto. Una povera vecchia di Raggiolo, chiamata la Ciampicona, non riusciva a ottenere dal Vicario di Poppi una sentenza definitiva su una lite ormai pendente da molto tempo. Così andò a Firenze di persona per appellarsi al Granduca Ferdinando III. Espose con chiarezza e vivacità le sue ragioni al regnante che rimase persuaso circa la bontà dei suoi diritti e le disse pertanto di tornarsene a casa promettendole che prima che fosse giunta davanti al Vicario di Poppi le avrebbe reso giustizia. Ma lei, poco rassicurata, gli rispose: – Badi Altezza di non mi fare berlicche e berlocche. – E che cosa intendete dire con questo? – chiese ridendo il Granduca. La donna rispose: – Intendo dire che la giustizia dei poveri è come le corna dei ricchi, che non si trovano mai! .