La costruzione di questo antico borgo risale circa all’inizio dell’anno 1000. Intorno al 1150 divenne di proprietà dei frati benedettini.  Nel 1751 la comunità aveva allora circa 140 abitanti ed era sprovvista di un consiglio comunale. Le scritture pubbliche venivano conservate “sotto chiave” nella casa del console al costo di 13 lire annue. L’esattore veniva eletto, poteva essere riconfermato e aveva l’obbligo di pagare anticipatamente di tasca propria tutte le spese per il mantenimento del comune. Inoltre tutto il territorio, anche se abitato da diverse persone, era una proprietà privata.

Nel 1850 il borgo  era arrivato a 230 abitanti. In seguito alla nascita del Regno d’Italia nel 1961, il comune doveva avere un sindaco, una giunta e un consiglio comunale. Nel 1928 il comune che contava quasi 300 abitanti, venne aggregato ad un  vicino comune Pochi anni dopo, a seguito della seconda guerra mondiale, si spopolò fino ad arrivare ad avere circa 50 abitanti. Fino al 1960 la cittadina, anche se distante dal paese, viveva grazie alle attività artigianali e alla ricchezza dei campi da coltivare.

Durante il boom economico un ricco imprenditore vedendo questo luogo volle realizzare un grande progetto “La città dei Balocchi”perché il borgo era facilmente raggiungibile

Per poter realizzare questo progetto sarebbe stato però necessario prima abbattere tutte le costruzioni dell’antico borgo allora esistente. Questo non rappresentava un problema per gli abitanti, vaste aree di campagna poi venivano bonificate per costruire enormi quartieri. Gli abitanti del borgo videro di buon occhio i lavori perché avrebbero portato benessere e la possibilità di vendere direttamente i prodotti agricoli.

Non appena i lavori iniziarono anche nel borgo fu però subito chiaro le costruzioni erano in stile “Las Vegas”. Le ruspe abbatterono tutto quello che trovavano, anche le stalle furono distrutte. Gli unici edifici che non furono distrutti furono la chiesa risalente al XIII secolo, la canonica e il cimitero. Tutte queste opere però intaccarono l’equilibrio geologico del territorio e nel 1966 le continue piogge favorirono il movimento di masse di fango e nell’anno successivo provocarono una prima frana che invase la strada principale

Nel  1968 sorsero alberghi e ristoranti, costruzioni con richiami a diverse culture come una pagoda cinese, un castello medievale, un albergo di lusso e un “minareto”. Inoltre furono costruiti nuove attrazioni come un campo di calcio, uno di pallacanestro, uno di tennis, uno di bocce, uno di golf, una pista per pattinaggio, un luna park e uno zoo. Le vecchie case vennero sostituite da palazzi..

Il vecchio borgo era i diventato un centro divertimenti con un enorme centro commerciale e ristoranti che ospitavano grandi personaggi della musica e dello spettacolo per serate a tema. Sulla strada c’erano grandi insegne che recitavano “Questo borgo è sempre festa” oppure “ Questo borgo è il paese più piccolo ma il più bello del mondo”.

Il “minareto” è l’edificio più imponente di tutto il borgo ed era un grande centro commerciale dove al centro era posta una torre che tutti avrebbero ammirato e ricordato. Il nome deriva dalla somiglianza della torre dell’edificio con quella di una moschea da dove il muezzin per cinque volte al giorno chiama i fedeli alla preghiera. Al piano terra c’era una lunga galleria commerciale con dei vani adibiti a negozi, mentre al primo e al secondo piano c’erano degli appartamenti disposti in serie. Di fronte all’edificio era presente una grande fontana che emetteva scenografici getti d’acqua.

Il cosiddetto “missile Bagno” era un edificio a forma di pagoda sul tetto del quale era posizionato un cannone d’artiglieria.Si pensa che, nell’idea del suo costruttore, l’edificio cercasse di rappresentare la volontà dei cittadini di lottare contro il trascorrere del tempo.

Qui era presente una discoteca con una grande pista da ballo. Nello stesso edificio era anche possibile usufruire di una pedana dedicata all’autoscontro oppure mangiare in una tavola calda.

Ai visitatori era possibile fare un giro turistico di tutto il borgo. La visita durava circa 20 minuti e dava la possibilità ai turisti appena arrivati di vedere le meraviglie della “Las Vegas”.

Nel 1976 una frana distrusse la via che conduceva al borgo decretando la sua fine. Si tentò di riparare la strada e rilanciare il borgo, ma i turisti, attratti una volta dalle novità, non tornarono più e anche gli abitanti iniziarono ad andarsene. Tutte le strutture iniziarono ad essere abbandonate.

Per anni divenne un luogo malfamato dove i pochi abitanti si ritrovarono a dover fare i conti con giovani alle prese con alcool e droga.

Oggi si presenta in uno stato di abbandono e degrado. Le strade comunali sono percorribili ma delle sbarre impediscono il passaggio delle automobili (sbarre che vengono alzate solo durante gli orari di apertura del cimitero). Molti degli edifici rimasti sono pericolanti e ne è sconsigliato l’accesso per motivi di sicurezza.