La costruzione dell’ospedale psichiatrico do Maggiano risale al 1700 quando il Monastero dei Canonici Lateranensi di Santa Maria di Fregionaia venne trasformato in struttura per il ricovero e la custodia di folli. La struttura dipendeva dallo Spedale cittadino della Misericordia.

Tra il 1772 e il 1775 furono realizzati i lavori di trasformazione. Ad aprile del 1773 con l’arrivo del personale medico fu aperto con il nome di Spedale de’ Pazzi di Fregionaia. Nei giorni seguenti arrivarono i primi malati provenienti dal carcere della Torre.

Questo manicomio come molti altri si trovava su un colle verde ed era composto da lavanderie, cucine, officine una chiesa e dormitori.

All’inizio la decenza e la cura dei malati era molto semplice poi nella seconda metà dell’ottocento fu adattata la terapia riabilitativa facendo svolgere ai ricoverati dei lavori manuali.

Gli uomini erano addetti ai lavori agricoli , mentre le donne erano occupate in lavori di pulizie.

Dal 1955 al 1975 l’ospedale ha avuto come direttore Mario Tobino che ha cambiato il metodo di cura dei malati.Ha introdotto numerose attività per coinvolgere i ricoverati nella struttura sociale aprendo l’ospedale come luogo di ricovero al mondo esterno.

Inoltre Tobino ha apportato migliorie anche strutturali con la costruzione del giardino della direzione, la sezione infantile, l’infermeria. Questo mette in evidenza la sua attenzione sia di medico che di intellettuale al disagio psichiatrico e psichico.

Qui sono stati ricoverati non solo malati di mente ma anche donne con figli illegittimi, poveri che non avevano un posto dove dormire e anche diseredati additati come “matti” a seconda delle convenzioni sociali del tempo.

Il manicomio era una vera e propria cittadina che ospitava fra medici, infermieri e pazienti circa duemila persone. 

Questo era un borgo autonomo: I malati coltivavano i campi, tessevano coperte e vestiti, sfornavano il pane. 

Mario Tobino oltre ad essere in direttore dell’ospedale era uno scrittore e nelle sue opera traspare il rispetto e la comprensione per i malati e le sue posizioni rispetto alla chiusura dei manicomi stessi.

 

Luogo visitato durante le giornate del Fai