Questo ospedale psichiatrico fu costruito nel 700 ma allora era una bellissima villa ricca di affreschi circondata da giardini e padiglioni. Qui fu ospitato Ferdinando IV di Borbone ed inoltre fu il quartier generale di Napoleone Bonaparte durante la campagna d’Italia. Successivamente abbandonata. Agli inizi del 1800 fu acquistata dal comune e adibita a ospedale. In quegli anni serviva con urgenza un nuovo ospedale per “matti” perché quello già esistente era sovraffollato. Inoltre si temeva una epidemia di colera. 

Nel 1865 in questo edificio furono trasferiti circa 70 pazienti e, in seguito alla ristrutturazione, i pazienti passarono a 300 (150 donne e 150 uomini rigorosamente separati). Il direttore dell’ospedale dell’epoca organizzò all’esterno del manicomio una colonia agricola in cui lavoravano i pazienti più tranquilli. L’area divenne un villaggio con laboratori giardini e spazi coltivabili. Il lavoro era considerato come “terapeutico”, mentre gli “agitati “erano tenuti in isolamento.  Tra il 1873 e il 1878 la struttura diventò provinciale e quindi furono eseguiti lavori di ampliamento.

I reparti erano suddivisi in base al comportamenti dei degenti: “tranquilli”, “laboriosi”,  “agitati”.

Nel 1880 fu addirittura aperto un giornale interno “La Gazzetta del Manicomio ….”. Questo fece conoscere le problematiche psichiatriche e sanitarie alla popolazione. Alla fine dell’Ottocento furono addirittura introdotte delle rappresentazioni teatrali e balli per far conoscere l’importanza dell’educazione morale nei manicomi.Nel 1908 furono costruiti dei “padiglioni aperti” cioè senza mura di cinta. Durante la 1° Guerra Mondiale  alcuni reparti furono usati come ospedale militare: i soldati impazziti al fronte ebbero un “trattamento di prim’ordine” con clinoterapia (terapia del riposo) e libertà. Anche loro furono messi al lavoro infatti costruirono una strada che collegava il padiglione di vigilanza con alcuni reparti. Alcuni soldati che non ressero agli orrori del combattimento furono considerati “pazzi” e internati nel manicomio. Dopo la fine della guerra questo ospedale ospitò le persone sfollate a causa di alluvioni o disastri naturali. Alla fine della guerra il manicomio di Monbello inizio a perdere lustro perché inizio a farsi strada una struttura più all’avanguardia. Qui fu addirittura ricoverato il figlio segreto del Duce che vi morì sette anni più tardi.

Questa struttura è stata una delle più importanti del nostro paese con oltre 3000 ricoverati.

 La legge 180 decretò la sua chiusura nel 1978 ma ci vollero quasi vent’anni prima che venisse completata la dimissione dei lungo degenti.