La storia dello Stabilimento aeronautico Caproni del 1930 Benito Mussolini fece collocare a Predappio un fabbrica aeronautica. La sua costruzione fu diretta e seguita dall’ingegnere Gian Battista Caproni.

Nello stabilimento venivano lavorati i componenti per costruzioni aeronautiche. Il metallo era limitato ad intelaiature di tubolari saldati che non richiedevano l’uso di macchinari troppo ingombranti e complessi. Già dall’inizio della sua attività venivano costruiti velivoli da bombardamento di medie dimensioni. Gli aerei costruiti erano trasportati al vicino aeroporto Ridolfi di Forlì. parzialmente smontati e qui rimontati da operai specializzati.   

I lavori per la costruzione di questo edificio furono ultimati nel 1941.

L’edificio fu costruito nello spazio già occupato dalla Società Anonima Zolfi dove già esistevano due edifici della miniera di zolfo che furono inglobati nella fabbrica stessa.

Un capannone rettangolare di grandi dimensioni, situato vicino alla cima del colle, raggiunse la parte più alte del complesso con i suoi quattro livelli che seguirono il profilo della gola. I vari ampliamenti consentirono di aumentare la produzione.

La fabbrica nel 1942 contava 1400 fra impiegati ed operai più 200 operai occupati presso l’aeroporto di Forlì. 

Con l’entrata in guerra, nonostante il suo ampliamenti, la produzione era irrilevante infatti furono costruiti solo 10 esemplari di aereo Falco II Caproni-Reggiane Re 2001.

L’architettura dell’edificio era eterogenea. I due archi ciechi accostati con alla base tre portabandiera, situati all’ingresso principale dell’edificio, disegnavano una grande “M” che inneggiava all’allora Capo di Governo.

Il complesso funzionava come una grande macchina, infatti secondo i vari livelli di produzione i pezzi si spostavano come in una catena di montaggio.Al piano terra si svolgevano le attività pesanti della meccanica.Al piano superiore si trovava la saldatura, il montaggio e il collaudo.

In un altra stanza collocata ai piani superiori possiamo ancora trovare delle pareti con delle piastrelle che riproducono la parola ”DUCE”, probabilmente per ricordare  colui che ha fatto costruire questo fabbrica per la costruzione di aerei.

Nei capannoni di collegamento si trovavano invece la verniciatura, e la falegnameria. Un sistema di strutture collocate all’interno di questa area e andate in gran parte distrutte permettevano lo svolgimento di servizi necessari alla vita della fabbrica fra cui la mensa e una biblioteca per il dopo lavoro.

Durante la guerra furono inoltre costruiti due tunnel, scavati nella collina per poter trasferire le lavorazioni in caso di bombardamento.  Gli aerei prodotti nello stabilimento Caproni furono:

Savoia-Marchetti S. 81 Pipistrello

Caproni Ca. 164

Reggiane Re. 2000

Reggiane Re. 2001

Savoia-Marchetti S.M. 79 Sparviero (detto “Gobbo Maledetto”).